Da: Giovanni Testori, Il Sacro Monte di Varallo, 1965
Non è certo far romanzo immaginar Gaudenzio girar per il borgo; forse verso sera, deposti gli attrezzi nella Cappella; scendere, poco prima del crepuscolo, lungo il Sesia, quando le ombre cadono giù dalle cime dei monti sul fiume e sulla piana, e guardare il ``super parietem`` e immaginarsi, immaginare; sentirsi crescere in cuore l’idea di un teatro, là dove, fin lì, non erano che cappellette, e proprio con la forza con cui glielo chiedeva la voce del suo popolo, mentre qua e là, nei boschi del ``super parietem`` si accendevano le lanterne, e le donne, tenendosi stretti i figli, attraversavano per l’ultima volta, in quel giorno, le strade, già vinte dalla paura degli spiriti che la notte, di lì a poco, avrebbe cacciato dai monti per tutte le vie ``burgi Varalli``; lui, il calmo, dolce, concreto Gaudenzio avvertire, senza nessuna vanagloria, d’essere al punto in cui tutta una tradizione antica e non mai espressa appieno, si fa forma vivente, immagine matura e, per l’appunto, teatro, in plastica e colori, sì che nella vicenda di una vita s’esprima come in uno spettacolo, la tenerezza d’ogni nascita e il dolore d’ogni morte.
Da: Giovanni Testori, Il Sacro Monte di Varallo, 1965
In scena sabato 12 ottobre alle 17 la replica dello spettacolo "Una sera
"Ogni tanto, capita che quella folla silenziosa si risvegli. Di notte, quando i pellegrini
Un nome, un'emozione: Gaudenzio. Tutta la bellezza della storia del grande artista rinascimentale verrà narrata
NUOVO EVENTO AL SACRO MONTE DI VARALLO Luci, musica e poesia al Sacro Monte di Varallo. Andò ad annunciare: