Giovanni D'Enrico

Scultore o, meglio, “plasticatore” in terracotta di grandissimo talento, poco o nulla sappiamo della sua formazione artistica. Rispettoso del modello artistico dato da Gaudenzio Ferrari – ben visibile nella capacità di emulazione del maestro rinascimentale – è capace di infondere ai suoi soggetti una forte espressività e di caratterizzarli con una anatomia perfetta. Lo conosciamo bene attraverso le opere delle cappelle del Sacro Monte, nelle quali traspare un profondo senso di teatralità. Nel complesso lavorò senza sosta per trentacinque anni (1605 – 1640) realizzando più di 335 sculture e interpretando al meglio le direttive post tridentine sulla funzione educatrice dell’arte dettate dall’allora Vescovo di Novara, Carlo Bascapè, e dai suoi successori. La fase del Sacro Monte è, dunque, quella più celebre e cospicua dell’artista. In realtà opere sue si conservano anche a Novara, Tortona, Varese, Oropa e ad Orta – dove viene assistito dal suo allievo più famoso, Giacomo Ferro. Fu anche costruttore e architetto. Morirà a Borgosesia, durante i lavori per la costruzione del Santuario di Sant’Anna, a Montrigone.