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Il Museo dell’Energia si trova nell’area industriale dell’ex Cotonificio Rotondi ed è l’ultimo entrato nel circuito culturale cittadino.
Nel Museo è possibile osservare alcune macchine a vapore tra le più grandi d’Europa originariamente impiegate nella filiera della lavorazione del cotone. L’uso delle macchine si fa risalire all’impianto della manifattura voluta negli anni ’70 dell’Ottocento dall’imprenditore tedesco Eugenio Bauer. Il Bauer fu coordinato e aiutato dall’ingegnere valsesiano Giulio Axerio nella ricerca di salti d’acqua in Varallo, necessari per la produzione energetica.
Il Cotonificio, nato entro il 1887, seguì alterne ma convincenti vicende produttive fino al 1901, quando entrarono in funzione le macchine a vapore realizzate dai fratelli Tosi di Legnano. Lo stabilimento, nel momento della sua massima espansione, occupò circa 800 dipendenti. Nell’area della manifattura erano presenti strutture per ospitare gli operai, un asilo, terreni da agricoli e da allevamento – insomma, una sorta di villaggio autosufficiente all’interno del borgo di Varallo. Nel complesso, si tratta di un peculiare excursus sulla storia dell’industrializzazione varallese e valsesiana oltre che un approfondimento sulle tecniche di produzione energetica e dei fabbisogni sociali.