Cappella XXXVIII. Il visitatore è ora guidato nella zona centrale della rappresentazione del monte Calvario. Qui assiste, nell’immediatezza espressiva delle immagini, al momento centrale della parabola messianica. Grazie alle vetrate apposte negli ingressi frontali della cappella, il visitatore può ancora vivere la cappella nella medesima maniera del pellegrino del ‘500.
Nella cappella si illustra il momento nel quale Gesù muore sulla croce. Accanto a lui i ladroni, intorno a lui la Madonna con le pie donne, il giovane discepolo San Giovanni, i soldati che tirano a sorte con i dadi il possesso della sua veste, i cavalieri. Sul luogo detto Calvario, voluto dal fondatore del complesso padre Bernardino Caimi secondo il suo progetto di ricostruizione della Terra Santa, già nel 1514 esisteva una cappella, molto semplice, dedicata a questo mistero. Entro il 1521, però, Gaudenzio Ferrari opera un rinnovamento profondo dell’antico luogo, rendendolo come oggi lo possiamo osseravare. Accanto ai personaggi evangelici accosta una serie di ritratti, dipinti e affrescati, tali da rappresentare l’universalità e la varietà umana. E’ in questa cappella che Gaudenzio realizza la scenografica concezione dell’immagine didattica, dell’immagine empatica con l’osservatore. Uno stile narrativo che sarà di esempio per tutti gli artisti che saranno incaricati di proseguire i lavori dopo di lui.