Racchiusa tra le vette delle Alpi Pennine e conosciuta anche come “valle più verde d’Italia”, la Valsesia (VC) è dominata dal Monte Rosa, sul quale sorge la celeberrima Capanna-osservatorio Regina Margherita (4.554 metri).

La cultura propriamente valligiana si è fusa ben presto con quella portata dal popolo Walser, giunto dal vallese svizzero attraverso varie ondate migratorie a partire dalla metà del XIII secolo, le cui testimonianze di vita sono ben conservate e fruibili dai visitatori.

La principale vocazione del popolo della Valsesia è sempre stata la produzione d’Arte, infatti la valle ha dato i natali a grandissimi artisti che hanno lasciato opere conosciute in tutto il mondo. Così scriveva lo storico valsesiano don Luigi Ravelli: «Abita questa terra un popolo modello che ha innato il senso dell’arte e nutre un profondo, nostalgico affetto per la sua Valle. Il Valsesiano è anzitutto un popolo di artisti. Ha sparso per il mondo una folla di pittori, gessatori, scagliolisti, falegnami in grande stile: ha popolato il suo Sacro Monte, le chiese e le cappellette della sua valle di tesori invidiati». La testimonianza più importante del talento artistico dei valligiani è rappresentata dal Complesso Monumentale del Sacro Monte, il più antico tra i sacri monti lombardo – piemontesi e patrimonio UNESCO dal 2003.

Gli amanti della Valsesia la frequentano per lo Sport: molto sviluppati sono quelli legati alla montagna e al fiume Sesia (dal trekking all’arrampicata sportiva e lo sci, dal rafting e canoa alla pesca).

La rete dei siti dell’Ecomuseo offrono l’occasione di regalarsi una visione d’insieme della Valsesia e delle sue particolarità ambientali ed abitative legate a secolari tradizioni. Essi si trovano ad Alagna, Riva Valdobbia, Mollia, Rassa, Carcoforo, Rimasco, Rima San Giuseppe, Rimella (inserite nel circuito che viene definito “della Cultura Walser” intorno al Parco Naturale Alta Valsesia), Cellio e le sue valli con Valduggia, Zuccaro e Breia (inseriti nel Parco Naturale del Monte Fenera).

Tra le cose che destano maggiore curiosità e sanno sempre farsi molto amare dai visitatori ci sono certamente i prodotti dell’artigianato, molti dei quali sono stati insigniti dei riconoscimenti d’eccellenza piemontese. I manufatti più celebri sono ancora realizzati secondo antiche e preziose tecniche di lavorazione.

Una delle tradizioni folkloristiche più sentite dai valligiani, ma di forte richiamo anche per i turisti, è certamente il Carnevale che si svolge a Varallo e a Borgosesia.

“Valsesia” vuol dire anche gusto: i sapori della nostra cucina tradizionale sono legati all’ambiente alpino e prealpino. Le ricette sono semplici, e proprio per questo gustose ed uniche, alcune di tradizione Walser: alla base ci sono i prodotti del lavoro montano come latte, burro, formaggio, polenta, pane e miele. Il tutto coronato dalla secolare produzione di vini: ben tre vini DOC (Boca, Sizzano, Coste della Sesia) e due DOCG (Gattinara e Ghemme).

La Storia della Valsesia conserva le memorie di personaggi eccezionali, le cui biografe spesso si confondono tra verità e leggenda. Dalla Beata Panacea a Fra’ Dolcino passando attraverso le personalità dei grandi artisti come Gaudenzio Ferrari e Tanzio da Varallo, fino ad arrivare agli innovatori come Giuseppe Magni e Vincenzo Lancia.