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5 Musei: perle di cultura

Varallo Sesia, piazza Vittorio Emanuele II
non recensito
Durata

3,5 ore circa

Tipo di tour

Giornata intera

Persone max

50 people

Lingua

___

Descrizione

La città di Varallo possiede ben 5 Musei. Le esposizioni si trovano all’interno di edifici d’epoca e rappresentano il biglietto da visita di un territorio che è stato, fino alla seconda metà del Novecento, luogo di progresso e di cultura.

In piazza San Carlo si trova il poderoso Palazzo dei Musei. L’edificio ospita la Pinacoteca, una delle raccolte più importanti del Piemonte, dove sono esposte opere che spaziano dal XV al XX secolo per un totale di circa 3.300 pezzi; una ricca collezione di Maioliche e il Museo di Scienze Naturali intitolato a don Pietro Calderini.
La Pinacoteca. Nel 1778 fu istituita a Varallo la Scuola di Disegno nella quale insegnavano artisti attivi al Sacro Monte anche attraverso opere di restauro. Si tratta di un’epoca in cui Varallo rivestiva un ruolo cruciale nella formazione culturale ed artistica degli allievi nel territorio dell’attuale Piemonte. Nel 1835 si aprì la Scuola-Laboratorio Barolo per l’insegnamento della lavorazione del legno. Attraverso una serie di donazioni di opere d’arte si accrebbe la necessità di conservare i beni acquisiti e, per questo, venne fondata nel 1875 la Società di Conservazione delle Opere d’Arte e dei Monumenti in Valsesia finalizzata alla creazione di una Pinacoteca che, però, nascerà solo nel 1885. Il percorso espositivo si articola attraverso quattro gallerie principali: Gaudenzio Ferrari e il Rinascimento, Tanzio da Varallo e il Seicento, Il Seicento e il Settecento, l’Ottocento e la pittura di paesaggio; alle quali si affiancano tre grandi collezioni: Collezione Franchi, Collezione Remogna e la Collezione grafica.
Il Museo di Scienze naturali “Pietro Calderini”. L’interesse verso l’argomento naturalistico e la grande personalità di don Pietro Calderini portarono, verso la metà dell’ Ottocento, alla nascita di un Museo Civico di Storia Naturale pensato per essere uno strumento didattico nell’insegnamento delle scienze agli allievi delle scuole tecniche. Fu grande la collaborazione che arrivò da tante persone interessate che, su suggerimento del Calderini, iniziarono a donare oggetti o studi che spaziavano dall’archeologia alla demoetnoantropologia e che arricchirono la realtà museale. I reperti provenivano sia dalla Valsesia che dalle zone limitrofe. Alla morte del Calderini (1906) il Museo venne a lui intitolato ma iniziò a decadere. Dopo alcuni restauri è stato riaperto nel 2018.
Palazzo dei Musei è aperto dal martedì alla domenica con il seguente orario: 10.00 – 12.00 / 14.30 – 18.00 (ore 17.00 ultimo ingresso).

Dall’altro lato della piazza si trova la Casa Museo Cesare Scaglia, un’esposizione dedicata all’omonimo pittore vissuto a cavallo tra ‘800 e ‘900 che apre le porte all’arte e alla cultura varallese e valsesiana tra gli ultimi decenni della Belle Epoque e gli albori dello sviluppo turistico in senso moderno.
Cesare Scaglia (1866 – 1944) veniva definito dai suoi contemporanei d’inizio ‘900 il “pittore dell’aria libera”. E’ un artista introspettivo, forte e sensibile, che attraverso il pennello conduce una pittura  di tecnica e grande passione, con una eccezionale resa delle sfumature dei colori e dei giochi di luce naturali lo rendono. Abituato a lavorare a diretto contatto con la natura tra le sue montagne, Scaglia spesso monta il cavalletto direttamente nel posto che ispira il suo lavoro, e lo ritrae realizzando grandi sinfonie visive e tattili. Celebri sono anche i suoi ritratti e gli scorci architettonici. La sua personalità è celebrata nella Casa Museo a lui dedicata, allestita dalla figlia primogenita Aida. La ragazza, alla morte del padre, volle un Museo – ritrovo in suo ricordo proprio nel laboratorio paterno. Si tratta di una tipologia umanamente diversa per intendere il “museo” grazie al quale si può vivere la bellezza della Valsesia attraverso le opere dell’artista, che colpiscono per la grande sensibilità con cui  ritrae i paesaggi e le cose quotidiane della sua terra.
Il Museo apre su prenotazione.

Il Museo della Pesca, dedicato ad una delle attività economiche e sportive tra le più importanti della Valsesia, trova posto nell’antico Palazzo Scarognini – D’Adda, in una posizione panoramica adiacente al Ponte Antonini che solca il torrente Mastallone. Gli oggetti e i materiali raccolti sono stati donati da tanti appassionati del settore e nell’esposizione hanno trovato posto, primariamente, attrezzature d’epoca come, ad esempio, alcuni tipi di canne risalenti al primo dopoguerra. In uno spazio sono rappresentate le peculiarità della fauna acquatica locale. Molto ricca è anche la parte documentaria e di immagini risalenti agli inizi del secolo scorso, che comprende prezioso video di interviste ad anziani pescatori realizzato per preservare e trasmettere la memoria storica della pesca a mosca in Valsesia.
Il Museo apre su prenotazione.

Il Museo dell’Energia si trova nell’area industriale dell’ex Cotonificio Rotondi ed è l’ultimo entrato nel circuito culturale cittadino. Qui si possono osservare alcune macchine a vapore tra le più grandi d’Europa originariamente impiegate nella filiera della lavorazione del cotone. L’uso delle macchine si fa risalire all’impianto della manifattura voluta negli anni ’70 dell’Ottocento dall’imprenditore tedesco Eugenio Bauer. Il Bauer fu coordinato e aiutato dall’ingegnere valsesiano Giulio Axerio nella ricerca di salti d’acqua in Varallo, necessari per la produzione energetica.
Il Cotonificio, nato entro il 1887, seguì alterne ma convincenti vicende produttive fino al 1901, quando entrarono in funzione le macchine a vapore realizzate dai fratelli Tosi di Legnano. Lo stabilimento, nel momento della sua massima espansione, occupò circa 800 dipendenti. Nell’area della manifattura erano presenti strutture per ospitare gli operai, un asilo, terreni da agricoli  e da allevamento – insomma, una sorta di villaggio autosufficiente all’interno del borgo di Varallo. Nel complesso, si tratta di un peculiare excursus sulla storia dell’industrializzazione varallese e valsesiana oltre che un approfondimento sulle tecniche di produzione energetica e dei fabbisogni sociali.

Il Moa – Museo di Orologeria Antica è il primo museo italiano dedicato alla storia dell’orologeria. Si trova proprio nel centro cittadino e raccoglie pezzi italiani e internazionali: dai primi orologi/meridiana agli svegliarini a clessidra, dagli orologi a olio (di noce) alle pendole d’appoggio fino agli orologi domestici e da tasca, dagli orologi-gioiello a quelli incastonati in tele dipinte o raffiguranti storie, persino un orologio-cipria (si, avete capito: fuori orologio, dentro trucco per donna con tanto di batuffolo). Insomma, ce ne sono di tutte le forme, le epoche e le necessità. Ancora, le stampe illustrate di Diderot e D’Alembert e uno splendido banco da orologiaio, un pezzo straordinario grazie al quale immaginare un artigiano all’opera con i tantissimi strumenti necessari (visibili in esposizione).

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Da sapere

  • Non è obbligatoria la visita di tutti i Musei nello stesso giorno
  • I Musei non sono tutti accessibili ai disabili
  • I Musei dell'Energia, della Pesca e Casa Scaglia aprono anche su prenotazione
  • Palazzo dei Musei, in inverno, apre solo per gruppi organizzati (min. 30 persone)
  • L'itinerario comprende anche la visita guidata delle Contrade Storiche del centro
  • Per gruppi organizzati (a partire da 6 persone) tariffe standard: HD € 150,00 - FD € 250,00

Itinerario

Incluso/Escluso

  • Visita guidata con Guida Turistica abilitata
  • Materiale illustrativo del territorio
  • Ingressi nei Musei a pagamento
  • Offerte libere nei Musei non a pagamento (a discrezione)

Posizione del Tour

Varallo Sesia, piazza Vittorio Emanuele II
Da €50,00

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